8.24.2015

Esodi danteschi e guerre imperialiste: crimini del capitalismo


Per Cecilia Zamudio
Traduzione*

Continua il crimine di Lesa Umanità che il capitalismo e l'Unione Europea stanno perpetrando contro decine di migliaia di persone forzate a emigrare, generando una terribile ecatombe di fronte alla quale non possiamo rimanere in silenzio e di fronte alla quale non possiamo commettere l'oscenità di adottare certe le false teorie che cercano di dare la colpa del dramma a presunte "mafie".

Dare la colpa alle presunte "mafie di migranti" è cercare di coprire i veri responsabili. Il Capitalismo è il responsabile di questa tragedia: coloro che lucrano sul sudore altrui e sul saccheggio del pianeta. Le multinazionali gonfiano le loro fortune sulla base della tortura dei popoli: praticano il saccheggio attraverso le guerre imperialiste e il paramilitarismo. 85 miliardari posseggono una ricchezza pari alla ricchezza condivisa dalla metà della popolazione del pianeta (1); 3.570 milioni di persone sfruttate sopravvivono nei cunicoli, mangiando nelle discariche, vendendo i propri organi o il proprio sangue, dovendosi prostituire fin dall'infanzia o dovendo affrontare esodi terribili il cui risultato massimo non sarà altro che la morte per affogamento o l'affogamento in vita, dovendo patire lo sfruttamento estremo nell'Europa-Fortezza, in caso sopravvivano al viaggio.



1. Una enorme ecatombe: una crisi di rifugiati del saccheggio capitalista e delle guerre imperialiste

Sono migliaia le persone che hanno perso la vita nel Mediterraneo nel 2015 nell'intento di giungere in Europa: in concreto trenta volta di più in confronto allo stesso periodo dell'anno scorso. L'Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati (ACNUR) ha quantificato in 137.000 il numero di migranti che hanno raggiunto nei primi sei mesi del 2015 le coste europee, dopo aver attraversato il Mediterraneo. Nel 2014, l'Italia ha salvato non meno di 170.000 persone: un aumento del 277 per cento rispetto al 2013 (2). "La stragrande maggioranza delle migliaia di persone che hanno iniziato il pericoloso viaggio per mare nei primi sei mesi del 2015 fuggono dalla guerra, dal conflitto o dalla persecuzione. Questo trasforma la crisi nel Mediterraneo in una crisi di rifiugiati", così ha espresso ACNUR nel suo ultimo rapporto (3), "Le traversate sono aumentate significativamente nel secondo semestre dell'anno, durante i mesi dell'estate; ci si aspetta che continuino ad aumentare" (ibid). Circa 90 mila persone hanno raggiunto l'Europa tra il 1° luglio e il 30 settembre 2014 e almeno 2.200 hanno perso la vita nel viaggio.

Alle vittime "censite" bisogna aggiungere gli scomparsi, i cui cadaveri non sono stati trovati. E alle vittime dell'esodo per saccheggio che muiono nel Mediterraneo, bisogna sommare le migliaia di vittime che prendono la rotta dell'Atlantico e le migliaia di vittime nel deserto. A esse si sommano le vittime assassinate nelle valli di Ceuta e Melilla e nei centri di "internamento".

C'è un incremento dell'esodo, con tragedie come quella di mille morti in una settimana del mese di aprile 2015 (4). Sono persone che fuggono dalla miseria alla quale il saccheggio perpetrato dal grande capitale sottomette l'Africa. Seguono la rotta che in precedenza hanno seguito le immense ricchezze estratte dai loro paesi. Il continente africano patisce nuove perdite con questa tragedia: perde la gioventù con tutto ciò che implica per la società. I famigliari delle vittime non sapranno mai ciò che è stato dei loro cari, poiché non tutti i cadaveri si recuperano e quelli che sono recuperati sono sotterrati come NN nella maggior parte dei casi.

2. L'alibi delle "mafie": come un guanto per coprire i saccheggiatori

Si cerca di occultare il fatto che il saccheggio e le mal denominate "guerre umanitarie" perpetrate dall'UE e dagli USA contro l'Africa, abbiano come logica conseguenza l'esodo massiccio. I grandi capitalisti impongono mediaticamente capri espiatori per occultare le vere cause dell'esodo. Responsabilizzano della continua tragedia del Mediterraneo e dell'Atlantico le presunte "mafie" di trasporto delle persone, quando è risaputo che in molte occasioni il presunto "mafioso" non è altro che un pescatore che non può più sopravvivere della pesca in un mare saccheggiato dalle reti delle grandi multinazionali; un pescatore riconvertito in conduttore di imbarcazioni che clandestinamente cerca di passare le frontiere dell'Europa Fortezza. Sebbene sia certo che molti di questi scafisti di viaggi clandestini si approfittino delle persone in situazioni di esodo, costoro non possono esser ritenuti i responsabili di questa tragedia, di questi crimini di Lesa Umanità. Almeno che si voglia coprire i veri responsabili. All'ONU presentano come "soluzione", un altro piano militare. Il fascismo avanza come strumento per il mantenimento del capitalismo.

3. Nuova operazione militare contro la Libia, con noto pretesto:

L'operazione militare europea prende il nome EUNAVFOR MED /7/7/e si contempla un ruolo per la NATO (5). Ha un bilancio di 11.82 milioni di euro per i primi due mesi e in principio, si manterrà per un anno (6). Cinque navi da guerra, due sottomarini, sei aerei e elicotteri, due Droni e circa 1.000 militari europei cominciano a dispiegarsi in acque internazionali vicine alla Libia (ibid).

Si tratta della prima missione militare che l'UE pone in essere sotto il pretesto di "smantellare le mafie che trafficano migranti". I ministri europei approvarono il progetto militare in giugno. Al momento, questa nuova aggressione europea contro la Libia non si avvale di una risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che permetta di entrare in territorio libico, grazie al fatto che la Russia si è mantenuta ferma nella sua opposizione a una nuova guerra in Libia e alla distruzione militare dei barconi.

La Russia vuole prima la richiesta di un Governo di unità libico. L'inviato speciale delle Nazioni Unite per la Libia, Bernardino León, ha trascorso mesi cercandolo, ma i libici resistono a dare l'avallo a una nuova invasione. "Fonti della diplomazia europea confidano nel potere di gestire l'avallo all'operazione in Libia con il governo di Tobruk" (ibid), riconosciuto internazionalmente affinché serva questi fini guerrafondai. Una decina di Stati europei parteciperanno all'operazione contro la Libia, tra questi: Spagna, Regno Unito, Germania, Francia e Italia. I militari sono preparati per passare dalla "raccolta di informazioni" al requisire barconi in acque internazionali e in zona territoriale libica. In una terza fase, rendere "inutilizzabili" i barconi con il pretesto di renderli irrecuperabili dai presunti "trafficanti". Tutto questo gli permetterà una nuova presenza militare in terra libica.

Varie voci si levano contro questa operazione militare, come quella di vari sindacati: "Non siamo d'accordo con misure di tipo militare come il bombardamento delle imbarcazioni. Oltre a porre in pericolo la vita dei migranti, si limita il diritto di scappare da una situazione drammatica e sollecitare lo status di rifugiato" (7).Reclamano: "Tornare a implementare il programma umanitario e di salvataggio Mare Nostrum 1 (*), questa volta con l'appoggio logistico ed economico dei paesi dell'UE. (...) Bisogna creare corridoi umanitari per i migranti che fuggono da situazioni di violenza, persecuzione e guerra, dando priorità all'attenzione delle persone che chiedono lo status di rifugiato" (ibid).

4. L'Atlantico: maggiore difficoltà imposta nelle rotte migratorie, maggiore quantità di scomparsi

Questa iniziativa militare contro la Libia è estranea a Frontex, che conta adesso su un bilancio triplicato per i due programmi del Mediterraneo (Tritón e Poseidón): questi programmi hanno un approccio repressivo, di "difesa" delle frontiere europee, che rende più difficile le rotte migratorie, incrementando così la pericolosità delle stesse.

A causa della repressione, nelle rotte dell'oceano Atlantico le partenze delle imbarcazioni si fanno sempre più a sud; adesso dal Senegal, quando prima erano dal Marocco o dalla Mauritania, cosa che incrementa i giorni di viaggio in alto mare e sottopone le persone in viaggio a maggior pericolo di esser trascinati dalle correnti marine. L'oceano Atlantico è un altro immenso cimitero di donne e uomini morti che cercano una soluzione per sopravvivere alle misere condizioni di miseria causate dal saccheggio capitalista: qui gli scomparsi fanno una fine terribile, trascinati al largo dell'Atlantico, muoiono di sete e fame, nelle nuove rotte migratorie che impone l'Europa Fortezza (8). La Dittatura del Capitale obbliga le persone a intraprendere esodi terribili, in condizioni di pericolo estreme.

5. L'aggressione contro la Libia nel 2011: al servizio del Grande Capitale Transnazionale

La tragedia della morte di migliaia di persone in provenienza dalla Libia, è anche una delle conseguenze dell'invasione contro la Libia, perpetrata dalla NATO nel 2011. L'invasione della Libia fu un intervento al servizio del Grande Capitale Transnazionale, implementata con l'aiuto di mercenari paramilitari infiltrati in Libia dai servizi segreti europei e statunitensi. Questa invasione si è articolata con la totale complicità dell'apparato mediatico del capitalismo transnazionale, che chiamava i paramilitari mercenari come "ribelli" con la finalità di giustificare l'invasione e il genocidio contro il popolo libico e il suo governo di allora. Durante il governo di Gheddafi, la Libia era il paese con il miglior livello di vita dell'Africa; ragione per cui in Libia si stabilirono moltissimi africani di altre regioni. Questi africani oggi si sommano a quelli che cercano di giungere nell'Europa Fortezza: in questa Europa che saccheggia la ricchezza dell'Africa, ma non ha posto per le persone.

La Libia è stata il bersagio dell'avidità capitalista per varie ragioni:
possiede nel suo sottosuolo un petrolio tra i più leggeri del mondo e un potenziale produttivo stimato in più di 3 milioni di barili al giorno. Dal 2009 Gheddafi avanzava un piano per nazionalizzare il petrolio libico. Il piano di nazionalizzazione fu impedito da oppositori all'interno del governo stesso. Molti di questi oppositori della nazionalizzazione hanno agito da "capi dei ribelli" al servizio degli interessi delle multinazionali.

Inoltre la Libia possiede una immensa riserva idrica sotterranea stimata in 35.000 km cubici di acqua, che forma parte del Sistema Acquifero di Arenisca (NSAS), la maggiore riserva fossile di acqua del mondo. Negli anni '80 la Libia iniziò un progetto su larga scala di approvigionamento di acqua: il Grande Fiume Artificiale della Libia, considerato uno dei più grandi progetti di ingegneria, che fornisce acqua dalle falde acquifere fossili. Il sistema una volta finito coprirà la Libia, l'Egitto, il Sudan e il Ciad e potenzierà così la sicurezza alimentare di una regione afflitta dalla scarsità di acqua per la coltivazione. Questo eviterà che questi paesi ricorrano ai fondi del FMI: il che va contro l'aspirazione del monopolio globale delle risorse idriche e alimentari da parte dell'Occidente.

Dall'altro lato la Libia possiede 200 mila milioni di dollari di riserve internazionali che sono state confiscate dai suoi aggressori.

Dopo l'aggressione imperialista, la Libia rimase distrutta, senza infrastruttura acquifera, strade, scuole, ospedali, visto che anche questi furono bombardati. Prima dell'invasione imperialista, in Libia le donne vivevano con molta più libertà che in altri paesi della regione; dopo l'invasione, una delle prime misure del governo mercenario sostenuto dalla NATO, è stato quello di decretare la legge della Sharia, atrocemente crudele con le donne, sotto gli applausi della UE e degli USA. Altra conseguenza dell'invasione alla Libia, è il sorgere di gruppi di terrorismo paramilitare in differenti paesi della regione: i mercenari impiegati dai servizi segreti europei e statunitensi si riciclano in altre operazioni del terrore. Da queste operazioni sorge lo Stato Islamico.

La Libia è stata torturata da quello che i falsi media hanno avuto il cinismo di chiamare "bombardamenti umanitari". Una aberrante operazione dell'imperialismo con l'obiettivo di appropriarsi delle risorse della Libia.

5. Le 10 persone più ricche d'Europa, la capitalizzazione della ricchezza e la favola degli "aiuti"

La ricchezza delle 10 persone più ricche d'Europa equivale a 217 miliardi di euro e supera l'"aiuto" totale che l'Europa dice di dare ai paesi impoveriti (8). I paesi sono impoveriti precisamente dall'azione delle multinazionali che saccheggiano e si avvalgono della complicità di regimi mantenuti mediante la repressione e lo sterminio degli oppositori politici, quando non di golpe e genocidi generati direttamente dai servizi segreti e militari degli USA e dell'UE. Multinazionali i cui maggiori azionisti non sono altro che queste grandi fortune d'Europa e del mondo. Inutile dire che molte di queste grandi fortune si sono consolidate grazie alla deportazione e alla schiavizzazione degli africani, grazie al saccheggio coloniale e grazie all'attuale saccheggio imperialista.

E per quanto riguarda il presunto "aiuto", inutile dire che questo "aiuto" è di solito avvelenato: le somme sono dirette a investimenti decisi da chi li sovvenziona, destinati la maggioranza delle volte ad affamare i contadini locali, a rafforzare i meccanismi di sottomissione economica e di dipendenza, a finanziare grandi contratti che reinvestono le somme nel capitalismo delle metropoli (mediante l'acquisizione di macchinari i cui pezzi creano vincoli di dipendenza, mediante l'acquisizione di sementi transgeniche, mediante l'introduzione di abitudini alimentari che contribuiscono a spezzare ogni sovranità alimentare, mediante l'imposizione di modelli produttivi, ecc). Il presunto "aiuto" è inoltre destinato a rafforzare progetti sociali articolati per puntellare quelli militari, funzionali alla cooptazione politica, a rafforzare le ONG a scapito della lotta popolare e a rafforzare specificatamente certe ONG al posto di altre, essendo sempre condizionante il fatto che queste si pieghino all'adozione delle linee imposte dai think tank funzionali al mantenimento del sistema capitalista. E per non parlare degli interessi di gran parte dell'"aiuto".

6. Drammatici esodi di popolazioni: conseguenza del sistema capitalista

Gli esodi delle popolazioni, sia dall'Africa e Asia verso l'Europa, come dall'America Latina verso gli Stati Uniti e Europa (essenzialmente), continueranno a incrementarsi finché proseguirà il saccheggio capitalista. Milioni di esseri umani si vedono obbligati a migrare affinchè le loro famiglie possano sopravvivere. E a questo dramma della disgregazione famigliare e dello sdradicamento forzato, si sommano le pericolosissime condizioni dell'esodo, prodotto dalle politiche migratorie dei paesi verso cui si dirigono le popolazioni, che non per caso sono gli stessi paesi destinatari delle ricchezze saccheggiate nei paesi di origine dei migranti. Le persone non vanno verso il "sogno" europeo o statunitense, fuggono dall'incubo in cui le transnazionali hanno trasformato il pianeta: seguono la rotta che precedentemente hanno seguito le ricchezze estratte dai loro paesi. Ma i paesi della metropoli capitalista vogliono le ricchezze, ma non le persone.

Questo sistema funziona in base al saccheggio e lo sfruttamento e produce incessantemente guerre imperialiste e regimi al servizio del grande capitale decisi ad aggredire le popolazioni delle zone ambite, attraverso i loro eserciti ufficiali o attraverso l'implementazione del paramilitarismo (strumento del Terrorismo di Stato). E sono le logiche inerenti al capitalismo quelle che producono leggi migratorie ciniche e inumane e quelle che producono anche gruppi che si approfittano delle persone in situazioni di estrema vulnerabilità. Adesso ci approcciamo all'inflazionato tema delle "mafie", segnalando che molti trasportatori non sono altro che pescatori affamati dalla pesca a strascico che mette inoltre le loro vite in pericolo e segnaliamo che insieme ai trasportatori che sfruttano i migranti in queste rotte dell'esodo, si deve includere il fenomeno nel contesto che lo genera e non usarlo per discolpare i veri responsabili di questo dramma. Il fenomeno di sfruttamento dei migranti è inerente al sistema stesso. Ci sono gruppi criminali che sequestrano migranti nella rotta che passa dall'America Centrale verso gli USA, per chiedere ricompense ai loro famigliari, per schiavizzarli sessualmente o per estrargli organi per il traffico di questi. La complicità della polizia non è una casualità: il "business" è ciò che primeggia nel sistema capitalista. Nello stesso modo abbondano gli sfruttatori degli immigrati una volta giunti in Europa: approfittandosi delle loro condizioni di "illegali" per far pagare loro affitti gonfiati, sfruttandoli per salari più miserevoli di quelli "legali" o in cambio di cibo come nella schiavitù, sfruttandoli sessualmente, ecc. Tutta questa barbarie è inerente al capitalismo.

E' importante lottare contro un sistema che produce barbarie. Ed è un imperativo etico quello di combattere l'uso di capri espiatori per autorizzare ancora di più guerre imperialiste e occultare i veri responsabili del collasso umanitario: i grandi capitalisti. E' ora di comprendere dove sono le cause e dove le conseguenze e smettere di accettare l'oscenità del cercare di invertire virtualmente le cause e le conseguenze. Migliaia di occhi di donne, uomini e bambini ci stanno guardando dalla schiuma del mare: vittime del sistema capitalista, di una barbarie che si cerca di coprire e perpetuare con cinismo.

Cecilia Zamudio, agosto 2015


Note:

1) Rapporto OXFAM: 85 miliardari possiedono una ricchezza uguale alla ricchezza ripartita nella metà della popolazione del pianeta 3.570 milioni di persone.

2) http://www.tercerainformacion.es/spip.php?article86153.



5) http://internacional.elpais.com/internacional/2015/05/18/actualidad/1431939481_084438.html

6)"La UE aprueba su primera misión militar contra las mafias de migrantes"
http://internacional.elpais.com/internacional/2015/06/22/actualidad/1434973413_386631.html

7) La vía militar en el tapete Bombardear embarcaciones: una falsa solución
http://www.tercerainformacion.es/spip.php?article86153

*) Il programma umanitario Mare Nostrum, iniziato nel 2013 dall'Italia, prevedeva il pattugliamento nel Mediterraneo fuori le acque territoriali dell'Unione Europea, per aiutare le migliaia di persone che cercavano di giungere nel paese. Fu rimpiazzato dall'operazione Tritón, che è finanziata dall'UE e che ha un approccio di "difesa" delle frontiere.

8) Documentario "El muro invisible: el saqueo causa éxodo" https://www.youtube.com/watch?v=Akpgpa3M3aI


* Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

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